Tobin Tax, tassazione differenziata sui titoli di stato, Iva sulle gestioni patrimoniali, maggior costo per una gestione ufficiale all'estero, incrocio dei rapporti bancari con l'anagrafe tributaria, forse non tutti si sono ancora accorti che stiamo tornando in regime di controllo dei capitali, con l'imperativo di spostare il più possibile il risparmio delle famiglie sui titoli di stato. Le banche con le loro esigenze di accantonamento non potranno fare da sponda al Tesoro per le quantità sottoscritte in passato. I provvedimenti contenuti in Finanziaria sono inoltre la morte delle banche on-line tipicamente orientate al trading per conto dei loro clienti. Si prefigura una situazione "giapponese", dove, qui non per volontà dei cittadini ma per forti "segnali" dal governo, i ciitadini vengono guidati verso una sottoscrizione più o meno forzosa del debito. Unico segmento che se ne avvantaggia è quello della consulenza, perchè recupera lo svantaggio competitivo sulle gestioni (ora anch'esse soggette ad Iva) e perchè consente alle banche on-line di provare un'offerta diversa: meno transazioni, forse più care, ma supporto analitico al cliente. Al Tesoro non si sono ancora resi conto di questa conseguenza: è probabile che non appena ne saranno consci chiuderanno anche questa ultima finestra di autonomia per i risparmiatori: parafrasando Albanese, più titoli di stato per tutti. Certo che un atteggiamento dirigista da un governo presieduto da un ex commissario all'Antitrust è un po' una contraddizione. Le finanze pubbliche devono essere messe ancora peggio di quanto ci raccontano. |