Non occorre un esperto di politica per capire quale sia il sistema di voti che gira intorno all'indotto Fiat, ma sarebbe ora di iniziare a pensare a misure preventive, piuttosto che correttive, per evitare questi scandali. Al tempo dello spin-off della divisione Industrial della Fiat, il mercato, la stampa, la poltica, celebrarono in Marchionne il Mito dell'Italianita' Ritrovata (riferendosi alla questione Chrysler una testata americana parlava del manager come "Mr Fix It", Il Signor Aggiustatutto). Il piano industriale che fu allora presentato per giustificare la separazione dal settore automobilistico dal resto del gruppo, un vero furto a danno dei piccoli azionisti di Fiat a favore dell'azionista di controllo, parlava di tassi di crescita previsti per l'auto, e' sufficiente riprendere i nostri articoli a riguardo sui piani di Fiat Industrial, fantasiosi, se non colpevoli, che non erano giustificabili alla luce di proiezioni serie. E' come quando il governo italiano presenta ad aprile di quest'anno previsioni di contrazione del Pil del 1,2% per "accorgersi" ora che devono essere corrette ad almeno il doppio. Qualsiasi economista serio dichiarava allora che quelle previsioni non erano realizzabili, come e' ora fallace la promessa di Grilli di non portare manovre correttive, per il raggiungimento di un pareggio di bilancio, sancito dalla Costituzione, che nessuno puo' sognare per il 2014. La conseguenza fu di consentire all'azienda, con il beneplacito della Consob, di depauperare Fiat Auto di piu' di meta' del capitale, lasciandola gravata di piu' di meta' del debito. I poco meno di quattro miliardi di capitale sottratti a Fiat Auto per entrare in Industrial furono portati per circa meta' a capitale e per l'altra a riserve distribuibili. Gli Agnelli possono ora promuovere su Fiat Industrial la distribuzione di un maxi Dividendo, Pirelli lo ha fatto da non molto, di cui sarebbero i principali beneficiari. Ora e' chiaro' che Fiat auto rimarra' in Italia, a produrre automobili bruttissime che sempre meno gente si comprera', se il governo e noi contribuenti continueremo incoscientemente a imprestare denaro ai ricchi, senza promessa di restituzione. Sarebbe sufficiente porre come condizione ad eventuali sostegni del governo, sono veramente ridicole la domanda di Passera a Marchionne sul perche' la Fiat guadagni in Brasile ma non in Italia, e la risposta di Marchionne, e' chiaro che il governo brasiliano sostiene l'industria automobilistica se loro hanno meno di un'auto per famiglia e noi ne abbiamo tre, che la famiglia Agnelli sia ridotta in minoranza per verificare che tutti smetterebbero di sostenere questo "orgoglio nazionale". La questione seria e' quella della riconversione industriale, che prevede il coraggio di provare a riqualificare centinaia di migliaia di lavoratori da un settore per cui non c'e' piu' domanda a nuove frontiere. Ma queste cose richiedono anni, e i voti si prendono con le dichiarazioni ad effetto, non con piani di riconversione industriale di cui potrebbe beneficiare un qualsiasi successore. |