Pochi dubbi che il prossimo governatore della Bce sarà un Tedesco: vi è evidentemente un disegno dietro alle affermazioni di stamane della Merkel, che hanno rafforzato ulteriormente l'euro e che non trovano giustificazione nello stato di salute dell'economia tedesca, che viaggia a gonfie vele. Nell'incontro tra Macron e Gentiloni il premier francese si è guardato bene dal parlare di questioni economiche, limitandosi ai temi dell'immigrazione. Pare chiaro inoltre che la Germania intenda assecondare l'amministrazione americana nell'indebolimento del dollaro e che il messaggio sia stato passato forte e chiaro anche alla BCE. Ora davvero l'Italia deve agire immediatamente, se vogliamo rimanere in area euro, perchè da qui alle elezioni tedesche l'atteggiamento della Merkel non può che essere ancora più rigido. Speriamo che dal governo arrivino segni di responsabilità o saranno davvero guai per le aziende esportatrici italiane. Tra un aumento dei consumi interni ed uno degli investimenti la Merkel sembra decisamente propensa a questa seconda strada. E intende farlo con una rivalutazione dell'euro che scoraggi il surplus commerciale e porti a maggiori investimenti interni; nelle teorie macroeconomiche, infatti, la somma tra il saldo pubblico, quello privato (risparmi -investimenti)+ quello estero (esportazioni- importazioni) deve essere uguale a zero. Poichè in Europa il saldo pubblico deve essere tendenzialmente zero, il saldo privato equivale a quello estero: dunque ridurre il surplus commerciale vuol dire aumentare gli investimenti interni. E per ridurre il surplus commerciale, aumentare i prezzi, quindi il cambio de prodotti domestici è una via più veloce che quella invocata spesso di aumentare la propensione al consumo dei Tedeschi, che aumenterebbe la spesa in merci estere e diminuirebbe dunque il surplus commerciale. Contestualmente forzerebbe i paesi meno virtuosi a concentrarsi su maggiori risparmi privati in presenza di un equilibrio di bilancio pubblico. O idealmente ad avere un surplus fiscale da risparmiare per abbattere il debito, il che equivale a diminuire la spesa pubblica. E' francamente difficile immaginare come l'Italia possa rimanere in questo euro, visto che di riduzione della spesa pubblica certamente non si parlerà prima delle elezioni politiche e probabilmente neanche dopo, se l'Europa chiede viceversa una reintroduzione della tassazione sulla prima casa. Su cui la politica demagogicamente si oppone quanto furbesacamente si oppone ai tagli di spesa perchè teme di perdere voti. Ma o si perdono voti o si perde l'Italia per strada, nessuna delle misure giuste farà mai vincere una elezione, qundi improbabile vengano mai attuate a meno di un evento traumatico. |