Il principio generale è che lo stato non può entrare nel capitale delle banche senza una forma di partecipazione da parte dei detentori di strumenti di capitale o ibridi. La questione sul piano legale non è banale perchè è vero che il Tesoro aveva offerto la conversione volontaria delle subordinate ma è vero anche che i privati, anche se avessero voluto non potevano convertire, per via della loro profilazione Mifid. Quindi sul piano giuridico il Tesoro potrebbe diventare azionista per un equivalente del totale delle subordinate in circolazione azzerando questi strumenti. Il patrimonio salirebbe di poco meno di cinque miliardi ma evidentemente non sarebbe entrata una lira nelle casse dell'istituto. Oltre alla protesta dei risparmiatori si tratterebbe poi di capire come fare uscire le sofferenze dal bilancio della banca senza ulteriori perdite. L'altra possibilità è che il peso venga distribuito tra azionisti e obbligazionisti. "Il burden sharing" stimato è di tredici miliardi, che più o meno equivale alle svalutazioni che si dovrebbero fare per fare uscire le sofferenze dal bilancio della banca. La terza è che intervenga l'Europa con clausola di condizionalità, ovvero commissariando l'Italia. che senz'altro, visto il quadro politico, sarebbe la cosa migliore per il paese; ma i Tedeschi non sarebbero probabilmente d'accordo. |