Siamo purtroppo arrivati allo scenario che ci attendavamo da tempo, dove il continuo rinvio delle decisioni importanti in area euro porta, oltre che a non risolvere i problemi greci, ad un aumento dei differenziali di tassi di interesse tra i debito tedesco e quello ad esempio italiano. L'aumento di questi differenziali, da solo, avvenuto nell'ultima settimana porta ad un maggior aggravio per le finanze pubbliche di una cifra che eccede i cinque miliardi di euro all'anno. Se non si mette mano velocemente alla ristrutturazione del debito greco, l'Italia sarà inoltre chiamata a partecipare con circa trentadue miliardi al nuovo inutile piano di aiuti (imprestare soldi alla Grecia, il cui prodotto lordo ha crescita negativa e dove il costo del debito è intorno al cinque per cento è come prestare soldi ad un azienda fallita). Se sommiamo il costo del servizio del debito ai nuovi tassi di interesse, ai prestiti alla Grecia, la Finanziaria appena varata deve essere almeno raddoppiata per importi. C'e poi l'atteggiamento della BCE che ora si chiama fuori dal sostegno alle economie, con la pretesa che il suo unico ruolo sia quello di combattere l'Inflazione ( ma allora perchè accetta i titoli del Portogallo e della Grecia come collaterale?). Più che di incompetenza, temiamo si tratti di interessi personali: Trichet ha tutto l'interesse ad arrivare a fine mandato senza scossoni clamorosi, magari per negoziare una poltrona presso una grande banca europea del pari di quello che è successo a Weber (scandaloso che un ex banchiere centrale vada a fare il numero uno di UBS). Difficile quindi contare sul buon senso dei banchieri centrali. Se quindi nessun politico o rappresentante istituzionale dovesse decidere di sacrificare la propria poltrona per dire le cose come stanno, ci sembra buona norma evitare titoli di stato ed obbligazioni emesse dalle banche italiane. Con la nuova tassazione sulle rendite finanziarie, su cui si trova qui di fianco una buona spiegazione, le banche tenderanno ora a spingere i depositi vincolati (la tassazione sui depositi viene ora equiparata a quella delle obbligazioni), ma è bene ricordare che la liquidità sui conti diventa parte del bilancio della banca, per cui in caso di problemi si rischia di più ad avere soldi sul conto corrente che in titoli a proprio nome (si dimentichino le pretese garanzie del fondo sui depositi, non sarebbe capiente a soddisfare le richieste dei correntisti). La cosa meno rischiosa in questo momento è a nostro parere detenere titoli di stato di emttenti senza gravi problemi di debito pubblico, dove in assoluto la nostra preferenza cade sui titoli di stato canadesi. |