La campagna repubblicana sta guadagnando trazione e si levano le prime voci, anche da esponenti della Fed, l'altro giorno Plosser, perchè questa politica di bassi tassi per sempre sia abbandonata dalla Fed. Ieri sera Bernanke è stato molto meno esplicito della scorsa settimana sulla possibilità che la banca centrale ponga in essere una nuova tornata di"Quantitative Easing". Oggi usciranno i dati sull'occupazione americana e sui payroll, che per una distorsione statistica dovuta al modo in cui è stato svolto il recente censimento negli Stati Uniti rispetto al passato, potrebbero portare ad una lettura per i nuovi occupati di circa quaranta mila unità inferiore a quello che si aspettano gli economisti. In aggiunta se il tasso di occupazione sarà come atteso al'8,5% quello relativo ai nuovi sussidi di disoccupazione risulterà superiore al 9%. Negli Stati Uniti tradizionalmente quando un lavoratore non si iscrive più alle liste di disoccupazione scompare per cui alcune statistiche dicono che il tasso vero di disoccupazione sia intorno al 17%. Questo cambiamento nelle misurazioni sembra inteso a diminuire gradualmente la differenza tra realtà e statistiche ufficiali. Sicuramente la Fed è riuscita con le sue comunicazioni ad abbassare il tasso sui mutui al minimo sotrico intorno al 3,8% riportando a modestamente positivo per il Pil il contributo dell'edilizia residenziale. Ma da qui a pensare ad un nuovo quantitative easing, che è dato per scontato negli Stati Uniti e di cui non si parla neanche in Europa, c'e molta strada. La recente forza dell'euro contro dollaro è crediamo destinata a terminare presto. |