Più forte del previsto il messaggio di Bernanke, crediamo intenzionato a testare le reazioni dei mercati, che d'altra parte esprime ottimismo sulle prospettive dell'economia. Due crediamo le affermazioni importanti: 1) l'attuale politica della Fed costitusce una forza contraria allo sviluppo dell'economia. Si cerca di abituare i mercati gradualmente a convivere con banche centrali che non stampano più moneta. Dopo qualche giorno di alta volatilità le borse probabilmente si stabilizzeranno: il futuro indirizzo dipenderà sempre più dal raggiungimento di obiettivi di crescita economica, sempre meno dalle azioni delle banche centrali; 2) non sarà la soglia del 6,5% nell'occupazione a terminare il programma di immissione di moneta, ma sarà progressivamente diminuito a partire da un livello del 7%. Settembre/ottobre potrebbe essere quindi la data per una graduale rallentamento: non si sarebbe utilizzato questo numero se non lo si pensasse raggiungibile con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza del mandato di Bernanke In questo contesto d'ora in poi l'unico numero che muoverà davvero i mercati sarà il tasso di occupazione. Se l'euro non si svaluta e pesantemente dopo ieri sera contro dollaro non vediamo altri elementi che ne potrebbero scatenare la caduta. L'occupazione è a maggior ragione un problema europeo e il cambio euro /dollaro a questi livelli ne aggrava le prospettive. Anche i più accaniti sostenitori delle politiche di stimolo, come Krugman, iniziano a pensare che l'automazione dei processi produttivi abbia portato a fenomeni di disoccupazione strutturale http://ftalphaville.ft.com/2013/06/19/1539262/on-what-really-is-different-this-time-around/?Authorised=false. D'ora in poi i mercati saliranno, crediamo solo in presenza di reali miglioramenti nell'economia reale. |