18-10-2008

Opa, sarebbe un'errore cambiare le regole

Si discute dell'ipotesi di imporre regole di mercato più restrittive per evitare che i fondi sovrani possano acquisire partecipazioni ostili in società italiane. La presa di partecipazioni in società attraverso la borsa è uno dei pochi meccanismi di mercato su cui il capitalismo ha sempre prodotto efficienza; se la società rigetta la proposta è perché la direzione è in grado di convincere gli azionisti che esiste un piano migliore.
L'Europa ed in particolare l'Italia, al di là dei programmi di salvataggio, hanno bisogno di nuovi capitali per rilanciare l'industria. Si può discutere delle modalità attraverso cui i fondi, in particolare quello cinese che ha un patrimonio di circa due volte il programma di salvataggio europeo, possano prendere partecipazioni, ma impedirlo, soprattutto in settori dove ancora l'oriente ci riconosce un primato creativo, sarebbe un errore colossale. Al di là della facile propaganda, il sistema finanziario italiano non è in migliori condizioni di quello di altri paesi; non saranno quindi le banche italiane a consentire un programma di rilancio dell'economia, che vuol dire incentivare nuove industrie a crescere, in primo luogo quella delle energie rinnovabili. Orgoglio nazionale e autarchia non hanno niente a che vedere tra di loro. Se infine come afferma sole 24 ore la Cina sta per subire contraccolpi interni tali da limitare le proprie ambizioni espansive, ma ne dubitiamo, allora tali regole oltre che inutili sembrerebbero provocatorie.

Segnala un amico

Your email address *
Inserisci l'indirizzo email a cui vuoi segnalare *