Completamente asserviti ala volontà politica del governo i banchieri giapponesi insistono sugli acquisti di decennale governativo con l'obiettivo di tenere bassi i tassi. Così facendo però costringono esportatori e investitori che esportano in Occidente e comprano titoli di stato americano a coprirsi con un costo che oramai si avvicina al tre per cento, a tanto ammonta l differenziale di tassi. Le sparate di Trump nascondono in realtà, come sempre accade in tutti gli episodi di razzismo, precisi interessi economici o quantomeno la speranza di ottenerli. Un operaio asiatico costa alla Apple un venticinquesimo di un operaio americano e non vi è nessun modo di abbassare questa differenza se non cercando di abbassare i coefficiente fiscale che le aziende pagano negli Stati Uniti. Il tentativo è quello di non imprtare mano d'opera a buon mercato da altri paesi e di mettere in difficoltà le aziende americane che vanno a produrre all'estero. La "strategia", dimentca però che il rimpatrio di capitali da paesi a bassa fiscalità come l'Irlanda non è possibile perchè queste aziende hanno ottneuto trattamenti fiscali favorevoli in cambio di posti di lavoro. Dimentica inoltre che in settori industriali significativi, come l'acciaio gl Stati Uniti non sono autosufficienti: se si vogliono produrre più automobli negli Stati Unti bisogna fare accordi con paesi come la Corea. Domani si riunisce la Fed, che ha due strade: smorzare i toni sulla possibile risalita dei tassi o cercare di controbilanciare gl effetti della impostazione del nuovo Presidente. Nel primo caso sarà chiaro che la Fed, che già da anni neutralizza qualsiasi potenziale caduta dei corsi azionari con acquisti illimitati di Derivati, è del pari della Banca del Giappone solo una estensione governativa. Potrebbe non bastare più per sostenere i mercati. |