LE NOTIZIE DEL GIOVEDI 25 MARZO 1. Tutti i dati economici della settimana sono usciti peggio del previsto: lunedì e mercoledì quelli sul settore immobiliare, ieri giovedì, quello sui disoccupati settimanali (fermi vicino a 400 mila da molte settimane) e soprattutto quello sui beni durevoli, calati del 3% in febbraio dopo un calo dello 0,6% in gennaio (escluse le auto). Emerge a questo punto un problema nuovo: una divergenza, mai registrata prima, tra i dati dei sondaggi (surveys), primi fra tutti quelli degli ISM (ma anche quelli delle varie Fed di Philadelphia, del Michigan, eccetera), e i dati effettivi di contabilità nazionale. Gli uni, naturalmente, dovrebbero anticipare gli altri: e non è così. 2. Tornando ai beni durevoli o beni di investimento, questo è il quarto calo degli ultimi 5 mesi: dopo la pubblicazione del dato, due delle grandi banche allingrosso, Morgan Stanley e Merrill Lynch, hanno ridotto le stime per la crescita Usa nel primo trimestre, dal 3% circa al 2,2%-2,5%: il nostro Bollettino settimanale tre settimane fa aveva anticipato a chi ci legge la serie di revisioni al ribasso a cui oggi assistiamo. 3. Mercati nervosi: si chiudono subito le posizioni short aperte sulla notizia del Portogallo (sia in Borsa, sia sulla valuta, con leuro che da 1,4100 di ieri sera torna, ma solo nel pomeriggio alle 14 dopo il dato USA, a 1,4200), perché il vertice di oggi venerdì fa paura. Ora, non resta che aspettare e vedere il comunicato finale. La nostra posizione è già stata più di una volta espressa con chiarezza nellultima settimana, ed ha trovato conferma ieri nella stima, diffusa dai mezzi di informazione, di un fabbisogno di 70 miliardi per il salvataggio del Portogallo, a cui si devono già aggiungere i 30 dellIrlanda di cui abbiamo scritto mercoledì. E così il fondo EFSF parte già appesantito da 100 miliardi di impegni (su 6-700). Intanto Moodys ieri giovedì ha ridotto il Rating di 30 banche spagnole, mantenendo però invariati Santander e BBVA. 4. Se non ci sono notizie, le Borse salgono: è così ormai da mesi, ed è stato così anche ieri. Gli indici di Borsa fluttuano come alla deriva su di un mare di liquidità garantita dalle banche centrali, che di fatto finanziano le posizioni a Leva a costo zero: lo ha affermato pubblicamente anche il Presidente della Fed di Dallas, Richard W Fischer, mercoledì, parlando di extraordinary speculative activity in the U.S. 5. Dal 16 marco, lindice MSCI delle Borse mondiali ha recuperato quasi il 5%: un recupero con forti differenze tra gli indici. Dopo essere stati tutti negativi per il 2011, oggi i maggiori indici fanno segnare un netto rialzo del Dow Jones (+5% sul 31/12), ed un modesto rialzo dello S&P 500 e di molti indici europei. Fa eccezione il DAX tedesco, ancora negativo. La corsa del Dow Jones riflette le indicazioni dei brokers, che spingono i titoli a larga Capitalizzazione USA, sulla base di aspettative di ripresa economica. Questi dati ci portano a ripetere quanto già detto ieri: in un mercato senza forti tendenze come quello attuale, è opportuno adottare un approccio più analitico e più attento ai fondamentali. Ricordiamo che, sul sito di CHW edizioni (http://www.chwedizioni.it/,) si può leggere, nella sezione Dicono di noi, un articolo recente del Corriere della sera (del 14 giugno 2010) che riporta le performance ottenute utilizzando il metodo di Joel Greenblatt sulla base del quale elaboriamo le nostre liste. 6. E sempre la liquidità, e non la Libia, a spingere il petrolio a 106 (chiusura USA 105,30): la vicenda libica è in fase di stallo, ma è chiaro che non sono quelle news a muovere il costo del greggio, che è tornato ancora una volta ad essere oggetto di operazioni puramente finanziarie. Implicazioni
operative a breve termine alle 20.50 del giovedì 24 marzo 2011 attenzione queste indicazioni possono necessitare di rettifiche intra-day, fornite
ai sottoscrittori del nostro Servizio di Consulenza, le cui caratteristiche
possono essere lette cliccando sul bottone in alto a destra della Home Page. 1. Ieri, giovedì, il dollaro USA ha sofferto, prima di tutto, le revisioni al ribasso delle aspettative di crescita economica. Va però tenuto conto del fatto leuro è sostenuto artificialmente, negli ultimi giorni, dal summit di fine settimana (oltre che dalla riunione BCE di aprile). Se la crescita negli USA sicuramente sarà inferiore alle previsioni fatte girare dalle case di investimento a inizio 2011, quale credete che sarà il destino della crescita in Europa? Chi credete che pagherà il costo dei ripetuti salvataggi? Gli USA rallentano, ma lEuropa, intesa come area euro, rischia, in uno scenario di crisi progressiva, la crescita zero. Nel frattempo, però, Trichet avrà alzato i tassi 2. Per Borse e valute, le nostre osservazioni ed indicazioni operative di breve e lungo termine sono disponibili attraverso il nostro servizio di consulenza (bottone in alto a destra nella home page). |