Il piano presentato dal Tesoro americano prevede il riacquisto con denaro pubblico di circa 700 Milardii di dollari di attività incagliate. L'acquisto avverrebbe non a prezzi di mercato ma ai presumibili valori a scadenza, molto più alti. Se le attività venissero comprate al valore di oggi infatti, le banche registrerebbero ulteriori perdite (non tutti gli attivi sono stati portati a mercato) e interverrebbero altri fallimenti. Così come si propone di fare però le istituzioni che cedono queste attività si troveranno a realizzare plusvalenze fittizie, perché il Tesoro comprerebbe a prezzi molto maggiori di quelli di mercato. L'effetto è paradossale: gli amministratori di quelle società uscirebbero con bilanci molto buoni, anche se non veritieri, magari incassando ulteriori bonus stratosferici, mentre i contribuenti sopporterebbero tutto il Rischio che quelle attività a scadenza non raggiungano il valore a cui vengono rilevate.
Meno male che entrambe gli schieramenti del congresso si stanno opponendo ad un piano che un acuto osservatore ha definito "welfare per i ricchi".
L'alternativa più intelligente è invece che queste aziende emettano azioni privilegiate a favore del Tesoro per l'equivalente di 700 Miliardi di dollari, andando a diluire gli attuali azionisti ma di fatto fornendo nuovi mezzi a coprire le perdite potenziali sul portafoglio. Così i contribuenti sono si coinvolti ma entrano a prezzi adeguati e se le cose girano per il meglio il Tesoro sarà anche in grado di restituire loro dei soldi in forma di minori tasse. Lo schema è identico a quello utilizzato da Warren Buffett per entrare in Goldman; se è sensato per l'investitore di maggior successo al mondo dovrebbe andare bene anche per i contribuenti.
Rimane di fondo l'inquietante sensazione che comunque si faccia di tutto per proteggere una casta di privilegiati; come nel caso Alitalia, dove chissà come mai i sindacati hanno cambiato idea; non salvando nel frattempo alcun posto di lavoro e avendo contribuito con il loro diniego di qualche mese fa a Air France a bruciare altri 300 Milioni di euro; rimettendo infine la società in mano ad un gruppo di investitori che rischiano di fare un buon affare sulle spalle dei contribuenti; tra cui diversi "meritevoli" di avere affossato alcune importanti aziende del paese. |