17-12-2007

Piccola imprenditoria, un modello (in parte) da rivedere

Ci capita di incontrare diversi ragazzi cui speriamo, se l'attività di questo sito continua a crescere, di offrire opportunità di collaborazione. Alcuni di loro, ad esempio studenti, fanno qualche lavoretto temporaneo, in questi giorni prefestivi le consegne dei panettoni. Abbiamo chiesto ad uno di loro se avesse pattuito un compenso con il datore di lavoro (quest'ultimo non in condizioni economiche disagiate) e, visto che le consegne avvengono in motorino, se venisse fornita loro una copertura assicurativa. Dopo essersi informato, ci ha risposto che trattandosi di una proposta in nero, il compenso non veniva dichiarato a priori e che data la natura del rapporto non poteva essere fornita una copertura assicurativa.
Oltre a tutti i temi legati alla dignità ed alla sicurezza del lavoro a nessuno sfuggirà l'ipocrisia insita nell' usare lavoro nero per consegnare simboli del Natale ( cui il singolo può decidere se credere o meno, ma che se "utilizza", dovrebbe rispettare).
In questi giorni l'Espresso esce con un'inchiesta secondo la quale i figli della media borghesia italiana, spesso dirigenti, hanno occupazioni meno qualificate e spesso un livello di istruzione non alla pari dei loro genitori. Con un'etica dei comportamenti di questo tipo non c'è da stupirsi che i giovani ricevano messaggi in cui non credono. Questo tipo di imprenditoria dovrebbe modificare i propri comportamenti quanto meno per egoismo, se non vuole che i propri figli rimangano a casa di papà e mamma fino ai quarant'anni.

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