Due anime all'interno del governo con il sottosegretario al ministero dello sviluppo economico che non vuole cedere il 30% in mano al Tesoro, apparentemente preoccupato per le conseguenze occupazionali (ma è politica, basterebbe non rimpiazzare chi va in pensione) e il MEF che invece spnge per la Quotazione. Poste oramai fa il bilancio con le polizze assicurative e i fondi immobiliari ed è per quello che diminuisce, se ancora possibile, la qualità dei servizi postali, gli unici che giustificano la qualifica d servizio pubblico. ll bilancio assomiglia sempre di più a quello di una banca e se i mercati finanziari smettono di tirare il piano industriale di Poste non sta in piedi. Rivedere il titolo intorno a 6,7, i livelli della prima Quotazione, ci sembra molto improbable. E sarebbe davvero difficile giustificare una ulteriore tranche in borsa a prezzi inferiori a quelli della prima tranche. |