La riforma sanitaria statunitense, approvata con qualcosa di molto simile al voto di fiducia in Italia si basa sui seguenti elementi di fondo: 1) l'obbligo all'assicurazione con penali che dal 2016 supereranno i cinquecento dollari per coloro che non lo fanno 2) l'impossibilita' per le compagnie di assicurazione di rifiutare certi rischi 3) la maggiore imposizione sui redditi alti Sul primo punto. Ci pare impossibile, in un paese in cui la gente abbandona le proprie case in percentuali superiori alle due cifre perche' non puo' pagare il mutuo di andare a multarli perche' non hanno i soldi per pagarsi un'assicurazione. Sicuramente non e' democratico. Sul secondo punto. E'inutile scaricare sul settore privato, dove il piu' grosso gruppo assicurativo AIG e' gia' costato ai contribuenti decine, forse centinaia di miliardi di dollari il costo sociale che uno stato dovrebbe mettere in conto per sostenere i piu' bisognosi. Comunque, come nel caso di AIG, il costo alla fine viene sostenuto dai cittadini, meglio dirglielo subito. Sul terzo punto. Al di la' di alcuni super ricchi, la classe medio alta, quella che guadagna 150 o 200 mila dollari all'anno, sta scomparendo, negli Stati uniti come in Europa. Le previsioni di maggior gettito da questa fascia, se sono vere le teorie di Laffer ("se tassi di piu' la gente produce di meno") sono a nostro parere molto gonfiate. Il problema stava, come hanno sottolineato coloro che hanno votato contro la riforma, nell' entrare nel meccanismo di prescrizione. Anche negli Stati Uniti, l'equivalente del servizio sanitario pubblico prescrive troppe cose di cui la gente non ha veramente bisogno. Cosi' i democratici manterranno con ogni probabilita' la maggioranza al congresso nelle elezioni di meta' madato, ma non hanno certo reso un servizio al paese. |