Borsa italiana che ieri nel giro di due ore recupera ieri più di due punti percentuali, in parte sull'ottimismo di Draghi per il futuro delle economie, l'esatto contrario di quello che dicevano le agenzie di Rating in mattinata, in parte sul dato di fiducia dei consumatori americani, al massimo da sei mesi. Le statistiche sulla fiducia dei consumatori hanno pochissima relazione storica con l'andamento futuro dell'economia, tanto da essere considerati da molti economisti indicatori coincidenti, uno specchio di quello che sta succedendo piuttosto che una proiezione per il futuro. Le tremila famiglie che vengono sentite per compilare le statistiche non comprendono certo i disoccupati nè quelli che non riescono a pagare il mutuo. Le richieste secessioniste della Catalogna, pensandoci un pò si poteva ipotizzare che se disordini sociali fossero cominciati sarebbe stato più probabile che accadesse in paesi con etnie storicamente in competizione, rappresentano forse un punto critico per l'evoluzione del modo in cui la crisi europea verrà affrontata. Domani la Spagna dovrebbe presentare alla UE i piani di "rigore" che consentono di accedere agli aiuti, almeno quelli relativi alle banche, ma con questa bomba innnescata Rajoy dovrà stare molto attento a non richiedere nuovi sacrifici. E'forse arrivato il momento in cui non si può più chiedere, forse neanche a mercati che complessivamente si muovono da mesi in funzione delle dichiarazioni della BCE, di credere alle favole. Non ha torto Grillo quando dice che gran parte della responsabilità è di un giornalismo sempre più al servizio degli interessi dei potenti, basta vedere oggi la copertura data allo stacco cedole del "BTP Italia" e all'elogio dello strumento. Manca però la parte costruttiva, non si può elogiare come invece fa il suo movimento, la recente operazione di esproprio del governo argentino nè cercare di promuovere un referendum sull'euro che condannerebbe defintivamente l'Italia, perchè in queste condizioni facilmente passerebbe. L'effetto delle promesse sulla carta consentono anche agli abili negoziatori, come Marchionne, di ribaltare le responsabilità su terzi: dal suo discorso ieri agli operai sembra che la Fiat vada male perchè la BCE non si muove. Oramai la situazione è talmente complicata che non basta più neanche che la BCE passi ai fatti, se mai lo farà. Occorre un coordinamento tra le banche centrali dei vari blocchi, un po' come accadde nel momento peggiore della crisi subito dopo il crack Lehman. La recente decisione dei cinesi di pagare petrolio in Yuan, almeno in Russia, ha consentito un discreto apprezzamento della divisa cinese e potrebbe convincere gli Stati Uniti a lasciare svalutare pesantemente l'euro. Ma se le banche centrali non si parlano e se i governi europei non si decidono a rinunciare a parte delle proprie autonomie, le rassicurazioni che volta volta arrivano dalla politica, dal FMI o dalla banca centrale, suoneranno sempre più come una provocazione alle orecchie di tanta gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese. |