Le settimane scorse quando il Parlamento britannico ha votato per la richiesta di prolungamento temporaneo della permanenza del Regno Unito nella UE era anche stato presentato un emendamento per introdurre la possibilità di un secondo referendum; i'emendamento era stato bocciato ma come in tutta questa farsa, era scritto in modo da lasciare aperta la porta per una sua rirpoposizione. Dopo la manifestazione di Londra dello scorso fine settimana è abbastanza evidente che in molti hanno cambiato idea rispetto al primo referendum, la partecipazione è stata quasi doppia ad analoghe manfestazioni del recente passato. E' quasi certo che un secondo voto ribalterebbe il primo: ne conseguirebbe una ridiscussione degli accordi presi con gli Stati Uniti, sempre più inclini ad accordi bilaterali e con Trump che evidentemente non vede di buon occhio la permanenza della Gran Bretagna nella UE che così si rafforzerebbe. Ma avrebbe certamente l'effetto di dare maggior peso contrattuale alla Unione Europea e farebbe volare sterlina, bora inglese e mercato obbligazionario. Anche al di fuori dell'opzioni per un secondo referendum la unica cosa esclusa definitivamente dal Parlamento è una uscita senza accordo con la UE. Da qui in poi gli scenari non possono che migliorare. |