In finanza i test dove si parte ex post dal risultato che si vuole ottenere e si costruiscono i numeri a ritroso vengono chiamati back-test, e sono vietati in diverse parti del mondo. ad esempio negli Stati Uniti. Al di là della esclusione di molte delle banche problematiche in Italia e di quelle di Portogallo e Grecia che sono quasi tutte insolventi, colpiscono i criteri adottati in Italia per definire il caso estremo.il caso estremo, quello che porterebbe Unicredit a dover raccogliere almeno 15 miliardi ( 3 punti di Cet, nello scenario avverso Unicredit scenderebbe al poco più di sette), prevede un incremento di 100 punti base nel rendimento dei BTP e una discesa del Pil di circa 2,5 punti tra il 2017 e il 2018. Ora immaginare un Pil negativo di poco più dell'uno per cento in Italia per 2017 e 2018 non è esattamente un caso estremo. Fino all 2017 inoltre la BCE continua a comprare titoli quindi i tassi non possono salire di cento punti base. Questa ipotesi spiega i livelli alti di CET, al nove per cento, per Banco Popolare nello scenario "estremo", perchè è piena di titoli di stato che andranno rinnovati. Ora con questo bel piano di MPS, che rischia di diventare uno standard per i salvataggi, mancano, per ora, cinque miliardi da raccogliere che si trovano con soluzioni "di mercato". Di mercato vuol dire o che li sottoscrivono le Casse (e queste stanno già dando) e la CdP, che sta diventando un bidone della spazzatura alimentato dal risparmio postale, o li sottoscrivono i fondi di investimento e le polizze perchè sicuramente sul pubblico queste obbligazioni allo sportello non si possono vendere più. Questo vuol dire compromettere le prospettive di rendimento del risparmio privato, che da sempre in Italia è la fonte prevalente di investimenti. Senza investmenti il Pil non cresce e questo salvataggio, cui ne seguiranno altri perchè in MPS escono dieci milardii di sofferenze a libro e ne stanno per rientrare altrettante dal libro dei crediti problematici, lo pagano i privati. Di tutta la storia forse, se è vero quello che si legge sui giornali a proposito del piano di Atlante, spiace il loro ruolo, dove Penati per molti anni ha, almeno a parole, combattuto contro quella forma di capitalismo di cui oggi si renderebbe complice: il fondo non dedicherebbe che circa un miliardo all'acquisto del pacchetto di dieci di sofferenze, quindi neanche tutto il disponibile, il resto essendo allocato sul sistema; e apparentemente lo comprerebbe al 33% del suo valore facciale, che trattandosi della tranche più a Rischio dei dieci milairdi è chiaramente un valore di fantasia.Ma stabilendo questi prezzi di fantasia si rende meno onerosa la svalutazione dei restanti settanta miliardi di sofferenze a libro del sistema, per cui a questo punto mancherebbero "solo" una decina di miliardi. Questo meccanismo è quello che crea le insolvenze in un sistema: è adottato da molti annida fondi e casse che rivalutano sistematicamente il loro patrimonio immobiliare per produrre un rendimento apparente per i propri iscritti. Poi quando vanno in pensione quegli immobili non si vendono a prezzi di fantasia, quindi mancano i soldi per pagare le pensioni. Naturalmente le sofferenze non vanno subito sul mercato perchè per avere la garanzia GACS bisogna che abbiano un Rating di molti livelli superiore a quello di MPS. Allora si ricorre al prestito ponte garantito dallo stato, poi si troverà qualche agenzia di Rating compiacente che a quel punto riassegna un merito creditizio a Monte dei Paschi e il trucco è riuscito. Ma va ricordato che se queste sofferenze valessero non il quaranta ma diciamo pure il trentatrè per cento, non vi sarebbe bisogno di questo imbroglio per venderle sul mercato. Di questo salvataggio "privato" del MPS, che non sarà l'ultimo finchè la gente non dice basta e intenta una class action nei confronti dei responsabili, pagheranno le conseguenze risparmiatori e contribuenti. Unica vincente, la politica. |