Non sembra che quanto è successo nei mesi scorsi abbia lasciato alcuna traccia negli investitori, le pagine finanziarie dei quotidiani sono di nuovo piene di annunci per nuove emissioni bancarie con tassi facciali alti. Vi sono due elementi nel mercato che sono apparentemente in contrasto con l'ondata di liquidità che arriva dalla banca centrale. Il primo le nuove campagne che le banche stanno facendo sui tassi di rimunerazione dei depositi, il secondo quello delle emissioni strutturate. Ora se la liquidità fluisse verso gli istituti che più ne hanno bisogno e i coefficienti patrimoniali non fossero influenzati dalla componente subordinata non vi sarebbe alcun bisogno di queste spinte. La realtà è che larga parte delle emisssioni subordinate che oggi vanno a comporre il tier one delle banche scadrà nei prossimi due o tre anni; pertanto o si procede a nuovi aumenti o le obbligazioni vanno sostituite con nuove emissioni, meglio in momenti in cui il mercato sembra poterle di nuovo riassorbire. Sugli incentivi ai nuovi depositi, evidentemente l'ondata di liquidità che investe le banche non arriva agli istituti più deboli, o non offrirebbero tassi in alcuni casi vicini al due per cento se davvero potessero aprovvigionarsi a zero dalla Bce. La memoria degli investitori è spesso breve, anche per effetto di una comunicazione Finanziaria che è spesso indirizzata. Nessuno commenta ad esempio sui ritardi dell'operazione BPM Banco Popolare e arrivano, di solito dopo il fine settimana, nuove "offerte" per MPS. In questo caso da Cdp che non rientra nel consolidato dello stato e spesso si carica di operazioni problematiche che non si sa come sistemare. |