Ieri sera ha comunicato, a borsa chiusa la trimestrale Texas instruments, che produce semiconduttori per l'industria elettronica. Il titolo ha avuto un grosso rimbalzo nelle ultime settimane, nell'attesa, condivisa da larga parte del mercato, che eventuali soluzioni della crisi europea portino a nuova crescita, in particolare a partire dai settori più ciclici, di cui forse l'industria dei semiconduttori è uno degli indicatori anticipatori più affidabili. Per tutti i titoli dei nostri portafogli questa settimana daremo, in seguito alla loro comunicazione, un commento sui risultati. L'azienda ha comunicato ieri sera a mercati chiusi risultati netti di circa il dieci per cento inferiori al trimestre scorso, ma prevede un ralentamento ulteriore in tutti i segmenti di domanda (dalle telecomunicazioni all'industria del fotovoltaico). La previsione di fatturato mediana per il quarto trimestre è di circa 3,4 miliardi di dollari di vendite, un livello che l'azienda aveva raggiunto nel primo trimestre prima dell'acquisizione di National Semiconductor. Il titolo, nonostante l'acquisizione di National Semiconductor sia stata parecchio cara, vende ancora a meno di dodici volte gli utili. L'azienda ha anche una residua posizione di cassa di circa tre miliardi. Il titolo rimane decisamente a buon mercato ma crediamo che a breve si innesterà una correzione che penalizzerà soprattutto i titoli ciclici. Segnali di rallentamento anche dall'altra azienda delle nostre selezioni che pubblicava risultati ieri, l'indiana Sterlite (metalli non ferrosi). Anche qui la domanda è stagnante, per uno dei segmenti, in particolare il rame, che ha visto alcuni dei migliori tassi di crescita degli utlimi annni. A differenza di Freeport, che ha corso molto e che abbiamo già eliminato dai portafogli materie prime, questo titolo rimane però molto a buon mercato. |