La discesa violenta del prezzo del petrolio ha naturalmente avuto un impatto significativo sull'andamento dei titoli del comparto, ma è probabile che con le nuove regole proposte negli Stati Uniti per il controllo dell'attività dei trader in materie prime, il prezzo del greggio si avvii verso una fase storica di minore volatilità. I grandi gruppi privati non beneficiano particolarmente di queste fasi di alta volatilità perchè l'attività di estrazione è spesso subappaltata da società a capitale statale, che concedono maggiori quote di sfruttamento alla compagnie private solo quando il prezzo del greggio diminuisce. Non è un caso che da qualche settimana Total stia trattando per aumentare le proprie concessioni in Venezuela: sotto gli 80 dollari al barile larga parte dei produttori con una macchina statale pesante, come appunto il Venezuela o la Russia, producono in perdita.
In questo scenario sono a nostro parere le compagnie private integrate verticalmente che possono beneficiare.
Con multipli vicino ad Eni, il livello di indebitamento di Total è però molto inferiore.
Il titolo ha un minimo di 31 euro ad Ottobre dell'anno scorso (oggi ne vale poco meno di 36) e viene da una trimestrale gennaio-marzo disastrosa (-35% nell'Utile netto). Quella chiusa a giugno, che verrà presentata il 31 Luglio, potrebbe non essere altrettanto drammatica. |