Atlante, e per fortuna, si comporta come un operatore economico, dunque non entra in questa operazione cui i suoi gestori sono stati costretti dallla circostanza di avere nel proprio azionariato e come clienti i principali contribuenti al fondo, ovvero le Fondazioni (direttamente e attraverso Cdp) se non controllandola. Non sappiamo ma non lo sanno i revisori che sulle banche si limitano ad ascoltare quello che gli dice la società sul valore dei crediti incagliati, se i vecchi azionisti abbiano dato il proprio impegno perchè possibili beneficiari, come in Vicenza di crediti in sofferenza che non potrebbero rimborsare. Vi è poi il sostegno del governo alla operazione, una esponente del Pd che ha promosso la "riforma" sulle Popolari è in consiglio. E Mediobanca con un chip, sempre più distante dalle grandi banche e sempre più vicina ai salotti buoni veri, I Bonomi, i Micheli, grandi lobbisti ma con fiuto per gli affari: probabilmente per non rovinarsi troppo i rapporti con il sistema non avendo partecipato ad Atlante, dopo tutto ci mette cinque milioni Però chi gestisce Atlante, che schifezze non ne vuole fare cin i soldi del fondo, probabilmente fiutando alcune di queste dinamiche prende il Rischio di ritrovarsi l'intero capitale assegnato ma mette la condizione di avere la maggioranza assoluta. Allora i vecchi soci perderebbero il controllo che hanno appena riavuto attraverso un consiglio loro espressione, che ha sostanzialmente esautorato gli uomini voluti dalla Bce. A questo punto davvero sono solo pressioni politiche che possono arrivare dall'interno del CdA a convincerl a sottoscrivere, dietro altre concessioni non interne alla banca. Se non per uno scambio di favori non palese non ha alcun senso per loro di sottoscrivere l'operazione. |