I politici che stanno portando avanti questa aberrazione evidentemente non hanno mai lavorato o forse il commissario digitale Piacentini (che non si capisce se lavori ancora o no per Amazon) sta indirizzando opportunamente la trattativa perché non abbia conseguenze negative per la sua azienda http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-11-26/la-web-tax-cambia-ancora-slitta-2019-banche-sostituti-095042.shtml?uuid=AETLVPID. Chi l'ha pensato immagina che Amazon con lo spesometro dichiari miliardi di transazioni in Italia e che su questo le banche di appoggio vengano incaricate di prelevare non sulla singola transazione ma sull'intero fatturato dichiarato l'imposta. Nasce evidentemente uno spazio enorme per il contenzioso. Poi vi sono le noste aziende che vendono on-line all'estero, tipo Yoox o Moleskine. Evidentemente vale il principio di reciprocità dunque glI Americani faranno lo stesso con il fatturato di queste aziende all'estero. Infine gl stabilimenti in Italia. Se diventa troppo complicato nulla osta a che Amazon sposti i magazzini a Lugano. In Cina Alibaba ha bloccato gli acquisti on-line attraverso portali di credito al consumo che addebitano tassi eccessivi, ntroducendo prinicipi di "etica" nel commercio on-line che sono totalmente estranei alle pratiche di Amazon. A Milano i primi consumatori di pasti consegnati da quasi schiavi sono i ragazzi della loro stessa età che potendo contare sul supporto delle famiglie non hanno problemi di conto economico e a cui di farsi la spesa non passa neanche per la testa, lo stesso vale per Amazon. Senza una presa di coscienza del consumatore ricco e un'armonizzazone dei regimi fiscali in area euro è tanta demagogia. |