Piu' sedici per cento per questo titolo argentino quotato a New York il giorno dopo della sua inclusione nel nostro portafoglio paesi emergenti. L'azienda e' la piu' grande compagnia petrolifera operante in Argentina, posseduta per la maggioranza dalla spagnola Repsol e in minoranza dal governo argentino. Il titolo era sceso moltissimo nelle scorse settimane perche' il governo argentino lamenta il fatto che la compagnia investa poco nel paese, il prezzo del petrolio a questi livelli e' insostenibile per economie ancora fragili, forse piu' di quanto l'opinione pubblica percepisca e che invece distribuisca in dividendi larga parte, se non tutto il suo utile. Da qui l'ipotesi che, in una mossa analoga a quella compiuta da Chavez in passato, ma in Venezuela parliamo di regimi mentre in Argentina si respira aria di democrazia, il governo procedesse alla sua statalizzazione. Esponenti del governo spagnolo sono allora volati a Buenos Aires, sui dividendi gli argentini non hanno torto ma anche gli spagnoli fanno cassa dove possono e ieri sera e' giunta smentita sulla possibile nazionalizzazione della compagnia. Alcuni analisti hanno affernato che anche nel caso in cui la compagnia fosse ritirata dal mercato lo sarebbe a prezzi superiori agli attuali. A noi sembra in ogni caso una ottima opprtunita'. il titolo vende a otto volte gli utili, e' liquidissimo per chi intenda comprarlo a New York ed ha un rapporto di indebitamento del diciassette per cento sul patrimonio. |