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12-09-2008
Alitalia, fine delle fantasie
Non è un giorno facile per la coalizione di governo; Berlusconi, la notizia è riportata dallo stesso Economist, dovrà risarcire dei costi alla testata britannica; la magistratura di Milano rigetta un'antica querela da parte del premier su una delle storiche copertine che lo definiva inadatto a guidare il paese.
Su un altro fronte, il gruppo guidato da Colannino (che non si capisce dove avrebbe trovato il tempo di guidare un'altra società con tutto quello che c'è da fare in Piaggio) rompe le trattative su Alitalia con il tavolo dei sindacati, che si lanciano in una fantasiosa ipotesi di acquisto dell'azienda da parte dei lavoratori. I promotori della Compagnia Aerea Italiana decidono di non andare oltre nonostante il trattamento di favore loro accordato in base al quale la vecchia Alitalia sarebbe passata sotto il controllo del governo.
Mesi fa il premier aveva definita oltraggiosa la proposta di Air France che pagava qualche centesimo per Azione per un'azienda che ha patrimonio netto negativo.Oggi sembrerebbe molto più accettabile.
Rimane il prestito ponte di qualche centinaio di milioni di euro accordato ad Alitalia qualche mese fa che con ogni probabilità sarà accollato ai contribuenti. Ieri Reuter ha riportato la notizia che il Papa è in preghiera per il destino di Alitalia. La Chiesa potrebbe forse rinunciare a parte del suo 8 per mille a favore dei dipendenti più bisognosi. |