In quello che succede a Cipro sembra di poter scorgere le basi per un conflitto di proporzioni significative, anche se a differenza che per la prima guerra mondiale oggi le guerre si fanno a colpi di embarghi e corse a svalutare, qui quello che preoccupa di più è il costo energetico. Stamane giustamente il presidente cipriota cerca di negoziare un abbassamento delle aliquote sui depositi sino ai cento mila euro, la cui imposizione è contraria a principi sanciti in sede europea in merito alle garanzie sui depositi bancari. Ma questo vuol dire aumentare le aliquote sui depositi più alti, dove la voce di Putin non si è fatta attendere: ora l'Europa è divisa tra un questione di moralità ed una di opportunità, perchè se i depositi russi a Cipro verranno colpiti ancora più duramente, c'è da scommettere che la Russia si vendicherà sul piano delle forniture di petrolio, con Eni in testa alle aziende potenzialmente più danneggiate.
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