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13-10-2008
Economie, forse il panico è passato
Dopo la scorsa settimana è difficile continuare a scrivere su un sito che si occupa di analisi titoli. Non si sono messe in discussione le prospettive delle aziende, ma la sopravvivenza stessa del sistema di mercato.
In questo contesto tra l'altro hanno perso di più i titoli con migliori fondamentali, perchè hanno trovato controparti disposte a comprarli. Ad aggravare la situazione il comportamento delle banche di investimento superstiti, che escono con raffiche di giudzi di vendita dopo che è tutto è già successo. C'è davvero da chiedersi se abbia ancora senso investire in azioni.
La nostra sensazione è che se altri mercati, tipo quello immobiliare, non si sono comportati come davanti ad una catastrofe defintiva, la borsa abbia invece scontato uno scenario di collasso del sistema. Il che se è vero vorrebbe dire che la sua sola sopravvivenza, seppure in un contesto oramai cambiato per molti anni a venire, giusitifcherebbe un forte rimbalzo.
Europa e Stati Uniti vendono ai multipli più bassi dagli anni ottanta, in Asia molte società addirittura a due o tre volte gli utili.
Le alternative di investimento non sono abbondanti; l'obbligazionario, esclusi i titoli di stato si è comportato, nel caso di emissioni di società anche primarie (General Electric su tutte) come quello di borsa. L'aumento del debito pubblico un po' in tutto il mondo ( con eccezione forse della Cina e dell'Oceania) non rende molto attraente l'iinvestimento in titoli di stato.
I comparti più colpiti quelli legati al ciclo delle materie prime e dell'agricoltura; in molti sostenevano che i prezzi di petrolio e derrate alimentari fossero insostenibili, ma la reazione sui titoli è incredibile. La settimana scorsa parlavamo del settore dei fertilizzani, con Terra; questi prodotti a base di urea sono Derivati dal petrolio. I costi di produzione diminuiranno e la tendenza a aumentare le aree coltivabili continuerà.
Il titolo di cui abbiamo spesso parlato nelle nostre sezioni che ha sofferto di più è Yingli, produttore di pannelli solari. Nonostante il piano di incentivi alle installazioni sia stato prolungato per otto anni negli Stati Unti e che l'utilizzo di questa tecnologia continui a diffondersi in Cina, il mercato ha ritenuto che la crisi del mercato immobiliare sia sinonimo di morte del settore.
Il metodo che seguiamo guarda agli utili storici per cui è lecito domandarsi se un titolo a buon mercato continuerà ad esserlo. In una nota diffusa qualche giorno fa la società ha dichiarato di non avere bisogno di mezzi nuovi per completare l'espansione della produzione. Il fatturato su cui sono basate le stime della società di utili per il 2009 è già stato quasi tutto venduto. Su quegli utili la società vende a tre volte e al suo valore di liquidazione, cioè come se dovesse chiudere domani.
Non sappiamo se siano ragioni sufficienti per giustificare un rimbalzo perchè la imperizia un po' di tutti i rappresentanti istituzionali ( non si può fare a meno di notare che la blanda dichiarazione del G4 della scorsa settimana unita all'improvvisa ammissione che il problema era anche europeo è la principale causa del collasso) Ha creato un clima di sfiducia nei confronti di coloro che governano.
La mossa di ieri ha dato un po' di credibilità alle istituzioni ma molti saranno in futuro i segni tangibili che dovranno essere dati perchè la gente riprenda a fidarsi. |