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18-11-2010

Europa, chi è il prossimo? Gli investimenti da evitare

La Grecia aveva come l'Italia un problema di cattiva gestione della finanza pubblica ma l'Irlanda ha sempre avuto un'amministrazione parca. Il problema in Irlanda è stato che la moneta unica ha portato tassi artificialmente bassi, inducendo la gente a contrarre prestiti a livelli insostenibili.
Non che la moneta unica sia un male, anzi. Ma gestire in gruppo paesi con differenti politiche fiscali ed un'un unica moneta è impossibile, almeno in periodi di crisi.
La Germania ha ricevuto dall'altra parte il beneficio di tassi di cambio altrettanto bassi, ed ha prosperato sul piano delle esportazioni, non dovendo competere con le svalutazioni di Italia e Spagna. Però detiene centinaia di miliardi di euro di debiti di economie a Rischio (la stampa italiana parla oggi con sciovinismo di mercati "periferici", senza mai citare l'Italia; non ricordando che la I dell'acronimo Pigs sta per Italia non per Irlanda). Le banche tedesche non sono messe bene.
Il salvataggio dell'Irlanda sposterà, magari tra qualche settimana o mese, la pressione perchè analoghi provvedimenti vengano presi per il Portogallo. Passato il Portogallo, tutti salvataggi fatti con soldi che non ci sono - mere partite di giro da un debito locale ad un debito europeo - non si potrà più parlare di perferia. Il "Contagio" si sposterà su economie da sessanta milioni di abitanti, Italia e Spagna.
Oggi e magari per alcuni giorni i mercati potrebbero rimbalzare, come se il problema fosse risolto; qualcuno però ricorderà le dichiarazioni dei leader europei che nell'estate conclusa affermavano con sicurezza che non ci sarebbe mai stata un'altra Grecia.
In tutta questa faccenda due punti vanno tenuti sempre presenti;
1) le grandi banche europee sono destinate a subire lo stesso processo che coinvolse quelle americane due anni fa, perchè detengono enormi quantità di titoli di stato in parte irrimborsabili; ma non ci sono più i soldi per salvarle. Magari oggi faranno diversi punti percentuali in borsa, ma detenere titoli finanziari in Europa, con la sola esclusione forse dell'Inghilterra, come investimento con prospettive a, diciamo, un anno, è poco saggio
2) l'euro si spaccherà o perchè ne esce la Germania, che sarebbe la cosa più sensata, o perchè vengono spinte fuori le economie deboli. Nel primo caso l'euro si indebolirebbe molto: non verrebbe più chiesto alla Cina di rivalutare perchè sarebbe il blocco europeo a svalutare. Nel secondo si rafforzerebbe ma i tassi in Italia e Spagna andrebbero alle stelle. in entrambe i casi non è prudente detenere debito di stati per cui la percezione di Rischio non è ancora sentita nell'opinione pubblica, in particolare Spagna e Italia, ne' scadenze superiori ai due o tre anni perchè i tassi saliranno soprattutto sulle scadenze più lunghe. Per estensione, meglio non avere quote di fondi obbligazionari e monetari in euro perchè li ci finsicono quantità di obbligazioni bancarie e titoli di stato.
Il principio su cui fondare un investimento obbligazionario dovrebbe essere quello di comprare debito di emittenti dei quali si comprerebbero anche le azioni ed in divise che rappresentano il debito di paesi che hanno un deficit pubblico sostenibile.
Se si vogliono proprio correre dei rischi, con un piccola parte del portafoglio, meglio farlo su stati dove i tassi compensano già per il Rischio di un parziale Consolidamento, tipo la Grecia.


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