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12-09-2011
Grecia, Default Inevitabile
Due anni di inutili parole al vento non sono bastati ad evitare l'inevitabile: secondo Bloomberg http://www.bloomberg.com/news/2011-09-12/germany-readies-surrender-in-fight-to-save-greece.html, la Germania ricapitalizzerà quelle banche domestiche che detengono titoli greci, al momento del fallimento. Di fallimento non si è mai voluto parlare perchè in questo evento i titoli in portafoglio delle banche devono essere cancellati; la banca registra una perdita che ha già in pancia ma che secondo principi contabili non veritieri, concessi solo alle banche, non appare. Pensare che solo il mese scorso i nuovi stress test non tenevano conto dell'ipotesi di fallimento di uno stato membro, che costosi funzionari pubblci vengano pagati per certificare il falso, è inquietante. La Germania probabilmente ha già scaricato in larga parte la sua quota d titoli greci: durante la gestione della Bundesbank di Weber, (allora vicepresidente della BCE ora presidente di UBS) le banche tedesche devono avere avuto informazioni privilegiate, se qualche mese fa il numero uno di Deutsche Bank dichiarava che il suo istituto deteneva meno di due miliardi di titoli del governo ellenico. I problemi dell'Italia aumentano: probabilmente le operazioni di acquisto sul mercato di titoli del Tesoro da parte della BCE diminuiranno, dopo le dimissioni di Stark, che proprio ad esse si opponeva. Il problema più grave diventa a nostro avviso il mercato immobiliare: i tassi su cui sono parametrati i mutui sono meno controllabili di quello che succede negli Stati Uniti, dove sono ancorati al decennale del tesoro americano: da qui la decisione della Fed di allungare le scadenze dei titoli in portafoglio. Al fallimento della Grecia ci attendiamo prima un aumento degl Spread sui titoli di stato italiani (che può solo portare ad una patrimoniale, questa Finanziaria al vaglio della camera non rispetterà le promesse di incasso che prevede), poi ad un aumento dei tassi Euribor.html" class="glossary">Euribor. Il vero Rischio per l'Italia non è il fallimento dello stato, che in dieci anni con procedure di incasso forzose ha impoverito i cittadini (le entrate continuano ad aumentare, mentre il Pil rimane fermo, segno che il fisco preleva nei patrimoni delle famiglie), ma il fallimento delle famiglie. Presto le rate dei mutui indicizzati non potranno essere più pagate da un gran numero di persone. Occorre un rinnovo completo della classe politica se si vuole evitare il disastro (alcune considerazioni al nostro articolo " Italia, purtroppo, vicino al baratro"). Sul mercato, arriveranno come sempre alcune rassicurazioni di facciata (oggi Papandreou apre a nuovi aumenti di tasse in Grecia), ma nessun investitore razionale ha materia per prendere posizioni in Italia. |