Stime sul Pil greco a fine 2012 sono davvero difficili ma diremmo che sulla base della contrazione degli ultimi due anni e a partire da un dato di circa 280 miliardi di dollari nel 2010, dovremmo attestarci ad una cifra intorno a poco meno di duecento miliardi di euro. Quindi lo stock di debito dovrebbe aggirarsi intorno ai trecentocinquanta miliardi se teniamo conto delle previsioni ufficiali del governo che parlano di un rappporto stock di debito su Pil del 175% per fine anno. Nel 2013 le stesse previsioni ufficiali parlano di un rapporto al 189% il che dovrebbe aggiungere tra i dieci e i quindici miliardi all'attuale stock, considerando una probabile caduta del Pil di altri cinque punti percentuali. In effetti la Ue e il Fmi sembra discutano proprio di quella cifra. Ma la previsione iniziale del 2010 era per un rapporto stock di debito/Pil al 2013 del 150% che proiettava il debito intorno a 330 miliardi per il 2013 (sessanta miliardi sono stati cancellati con l'operazione sulle banche), contro 360 circa che deriverebbero dalle previsioni odierne, che comunque saranno ottimiste. Allora non è di quindici miliardi sino al 2014 ma di una trentina per il 2013 che vi è bisogno. Quei soldi si trovano solo ristrutturando il debito, un tabù che la Ue non è disposta a rompere. Ora però i soldi mancano per cassa; non si tratta di ipotetici piani di rientro a dieci anni. Il mercato è stato abituato da anni a credere che alla fine tanto una soluzione si trova sempre, anche questa volta, escludendo il fallimento. Non riusciamo a capire quale, nella ennesima riunione che, dopo undici ore stanotte, la Ue terrà la prossima settimana con il Fmi per discutere di "dettagli tecnici". Se si chiudono gli occhi anche questa volta il problema, per cassa si ripresenterà all'inizio del 2013; a quel punto la crisi dell'euro sarà irreversibile.
|