La sentenza di ieri sull'asset Swap di Fiat (si veda con il nostro motore di ricerca la descrizione dell'operazione) da parte di Consob, ci conforta nella decisione sistematica di sottopesare il nostro mercato azionario nella scelta degli investimenti. L'operazione era una chiarissima violazione di qualsiasi obbligo di trasparenza nei confronti dei piccoli azionisti: ma le multe più salate arrivano non già alla società ma agl autori dell'operazione (Stevens....), come se Ifil fosse meno responsabile della struttura. Montezemolo si affretta a dire che senza quell'operazione non esisterebbe la Fiat di oggi e, quello che più è straordinario, il titolo reagisce positivamente in borsa. Non sembra che la logica, oramai consolidata su larga parte dei mercati finanziari evoluti, di guardare attentamente all'etica dei comportamenti oltre che all'andamento finanziario di una società, abbia ancora preso piede in qussto paese. I metri poi sembrano diversi, perchè la scure della giustizia, nel caso ad esempio di Scaglia, patron di Fastweb e presunto colpevole di sovraffaturazione (ma uno dei rari casi di imprenditori fattosi veramente da solo) colpisce con una giusta severità che invece non è applicata agli esponenti dell'establishment.
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