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01-12-2017

Inflazione, Non Arriverà Mai

Le ultime letture per l'Inflazione, sono inferiori alle aspettative in area euro (1,4%) in linea negl Stati Uniti (1,6%) più basse in Giappone (0,2%).

La sensazione è che la Fed intervenga pesantemente non già sul mercato dei cambi, impossibile da controllare direttamente per le sue dimensioni enormi (più o meno cento volte il Pil del globo), ma con acquisti sulla parte lunga della curva dei tassi, ora ild ecennale è al 2,4%.

Se è come immaginiamo, la Fed cerca di contenere i tassi a lunga per evitare che all'eventuale approvazione di una riforma fiscale, al senato una larga frangia discute per un'applicazione ridotta e più compatibile con le esigenze di bilancio pubblico, corrisponda un'impennata del decennale sopra al tre per cento, che con ogni probabilità porrebbe fine al ciclo di rialzi di borsa (larga aprte delle politiche monetarie favoriscono più la borsa che l'economia reale).

E pur con questa operazione i tassi sul decennale americano sono molto più alti che in Italia, il che è completamente illogico data la differente qualità di credito. Va notato che da noi il dato di Inflazione comprende il prezzo di cibo e materie prime, entrambe in forte salita durante l'ultimo anno: al netto di queste componenti il differenziale di Inflazione è ancora più marcatamente a favore degli Stati Uniti dove c'è vera ripresa della domanda.

Le banche centrali proprio non si parlano tra loro e sembrano ignorare che l'affermazione delle cripto-valute dipende proprio dalla loro mancanza di coordinamento e dall'asservimento a criteri politici. Regolare quel mercato è impossible, bisogna solo attendere che qualcosa vada veramente storto (una transazione di denaro sospetto, un crollo del 50% di Bitcoin o Ethereum). Quando i loro prezzi imploderanno si saranno create le condizioni per un fortissimo rialzo del dollaro, che oggi nessuno sembra più considerare moneta d riferimento.

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