16-03-2012

Intesa San Paolo

C'e davvero qualcosa di difficile da spiegare se non ricorrendo all'ipotesi di possibili azioni di sostegno, per giustificare gli andamenti euforici di alcuni titoli, in particolare nel finanziario. Ieri l'istituto ha annunciato dieci miliardi di svalutazioni su operazioni "carta contro carta" senza apparentemente alcun effetto su alcun coefficiente patrimoniale. Sembra difficile da credere, perche' nel calcolo del Book value dell'azienda il Goodwill dovrà pure essere contabilizzato da qualche parte. Il ricorso al Dividendo da cinque centesimi, che viene annunciato come base minima per future distribuzioni, sembra inoltre contrastare con l'esigenza di detenere liquidita' che evidentemente e' ben presente all'istituto visto che ha preso altri ventiquattro miliardi di euro dalla BCE nella seconda tornata del LTRO, che apparentemente userà per comprare titoli di stato ed abbassare il costo del finanziamento. 
Questo mercato, drogato dalla liquidità, ignora completamente che in Portogallo gli Spread sono tornati a mileseicento punti e che l'Italia, sulla base dell'aumento dello stock di debito pubblico a gennaio è destinata a non rispettare il rapporto deficit/Pil previsto dal patto fiscale.  
Siamo in una fase, lo capiamo parlando con clienti privati che timidamente si riaffacciano all'azionario, dove il piccolo risparmiatore arriva tardivamente in coda a rialzi che sono stati spinti quasi esclusivamente da denaro pubblico.
 

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