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La settimana borsistica internazionale al 2 settembre
Le principali piazze finanziarie internazionali hanno mostrato un comportamento sorprendente, alla luce delle forti pressioni ingenerate dalle sempre più elevate quotazioni del petrolio. Queste ultime hanno superato a più riprese i 70 dollari al barile, a causa in primo luogo degli effetti delle devastazioni delluragano Katrina nel Golfo del Messico, comprendenti peraltro un blocco a tempo indeterminato dellestrazione di greggio e della raffinazione nelle aree colpite. La decisione del presidente Bush di sbloccare le riserve strategiche di oro nero ha alleggerito Alla base del ripiegamento della divisa Usa ci sarebbero i timori di un rallentamento della manovra della Federal Reserve sui tassi dinteresse Oltreoceano. Proprio il divario crescente fra il costo del denaro a stelle e strisce e quello del Vecchio continente aveva consentito al biglietto verde di mettere a segno un rally rilevante dallinizio dellanno. Dal canto suo, la Bce ha rivisto verso il basso le stime sul Pil di Eurolandia, mentre sul fronte dellInflazione Francoforte non si aspetta nulla di buono nei prossimi mesi. Il presidente Trichet ritiene per ora appropriato il livello dei saggi dinteresse. Fra i metalli preziosi, loro ha fatto registrare un cospicuo apprezzamento. I listini statunitensi hanno evidenziato un favorevole andamento, sulla Lindice guida della Borsa nipponica ha messo a segno una plusvalenza, |