Cronache dai mercati finanziari
Il Punto
La passata ottava Finanziaria presenta un quadro complessivo nuovamente caratterizzato da parecchi contrasti, sia per quanto concerne i movimenti degli indici azionari che landamento dei cambi. Ciò indica, conseguentemente, che ad alimentare tale instabilità perdura quel sentimento di insicurezza che, da diverse settimane, sta spingendo gli investitori ad operare con prudenza, malgrado dallinizio del 2006 le maggiori borse segnino un progresso. Lunica eccezione in questo panorama è il mercato nipponico che, oltre ad aver accusato un sensibile ripiegamento nel periodo in analisi, evidenzia altresì un saldo negativo dellindice Nikkei, rispetto alla fine dello scorso anno. Sul comportamento indeciso pesano, essenzialmente, le sorti dellInflazione e dei tassi dinteresse. In settimana, la Banca Centrale Europea ha elevato il costo del denaro come molti analisti avevano previsto, portando il tasso minimo sul rifinanziamento principale dal 2 1/4% al 2 1/2%, il livello più alto degli ultimi tre anni. Un'analoga decisione era stata presa nello scorso mese di dicembre. Tale manovra, la seconda in soli tre mesi, ha pienamente confermato che listituto di Francoforte, come daltro canto anche la FED, ha deciso di tamponare gli effetti del rincaro con interventi difensivi, ma ha altresì avvalorato la tesi che lattesa di un aumento dellInflazione è più concreta di quanto si possa immaginare. Infatti, anche le nuove proiezioni degli economisti BCE, riviste in febbraio, mostrano un incremento della crescita e dellInflazione, sia nel 2006 che nel 2007. Nervosa, quindi, la reazione dei mercati, che si attendono un prolungamento inevitabile della stretta monetaria. A Wall Street, per la verità, sembrava che i timori inflazionistici si fossero alleviati allinizio delle cinque sedute, grazie al brusco arretramento delle quotazioni petrolifere. Anche lEuropa e i mercati asiatici avevano reagito con immediati rialzi dei corsi. Ma è bastato poco per riportare gli investitori su posizioni difensive. Martedì, i dati macroeconomici USA e, in special modo, lindice che misura la fiducia dei consumatori, hanno tratteggiato un paesaggio a tinte fosche, facendo arretrare borse e dollaro. Gli investitori temono che un indebolimento della crescita economica possa ripercuotersi sui bilanci aziendali, con un conseguente indebolimento degli utili. A tutto ciò si è aggiunta la notizia che Google, il gigante tra i motori di ricerca di Internet, ha annunciato un calo dellattività, provocando una caduta del titolo in borsa pari a circa l8%.
a cura di Cornèr Banca SA |