L'asset swap di Fiat in procura

Può darsi che si tratti solo di campagna preelettorale ma è una buona notizia che l'operazione di asset Swap su Fiat che tanto avevamo criticato (si veda col motore di ricerca l'articolo nella sezione spiegazioni) sia finita in procura. Come dicevamo nel fine settimana commentando la caduta di Fiat in borsa l'operazione che aveva portato alla conversione forzosa del prestito delle banche all'azienda torinese in azioni e la successiva operazione di Swap da parte della controllante per mantenere la quota di maggioranza relativa era qualcosa che avrebbe dovuto attirare l'attenzione della magistratura.
Il fatto che San Paolo, tradizionalmente vicina al gruppo e Monte Paschi abbiano venduto titoli proprio venerdì scorso non è necessariamente segno che le due banche sapessero qualcosa ma dovrebbe far riflettere sulle prospettive del gruppo.
Da qualche tempo abbiamo la sensazione che il sistema abbia finalmente iniziato a perseguire, oltre ai vari Ricucci e Consorte anche i mostri sacri, quelli fino a ieri intoccabili. Oltre a Fiat, anche i conti di Telecom (che, macchina da soldi, a suo tempo lo stato aveva inspiegabilmente dismesso) iniziano ad essere oggetto di attenzioni.
A proposito, come mai nell'operazione su Bnl le plusvalenze realizzate da Diego della Valle sullla cessione del pacchetto agli "scalatori" (più di cento milioni di Euro) sono passate inosservate?

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