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20-03-2008
Mifid, quali le opzioni per i promotori finanziari
La recente introduzione della normativa Mifid, recepita dalle nostre autorità di controllo a Novembre dello scorso anno, termine ultimo imposto dalla Comunità Europea, è diventata fonte di ulteriori preoccupazione per i promotori finanziari, che, già pressati da mercati disastrosi, non capiscono bene come proteggersi dal consueto ritardo con cui le istituzioni finanziarie con cui collaborano si sono preparate al suo recepimento. Forse l'innovazione più significativa della norma Mifid consiste nel tornare a considerare la consulenza come attività riservata agli intermediari. Prima il promotore finanziario poteva liberamente svolgere un ruolo di consulenza nei confronti dei clienti; oggi, sia perché la maggior parte delle banche non hanno ancora modificato i contratti, sia perché nessun intermediario è a nostra conoscenza disposto a lasciare un Margine di autonomia ai promotori in un'area che è oramai disciplinata, gli addetti ai rapporti con la clientela sono costretti a reindirizzare i clienti verso i prodotti di risparmio gestito del gruppo. Ma poiché i riscatti dai fondi arrivano in proporzioni senza precedenti, molti di essi sono costretti a fare liquidità penalizzando ulteriormente i risultati già non brillanti. E' un circolo vizioso. La normativa Mifid però prevede che entro giugno 2008 la Consob emani un regolamento per la costituzione dell'albo dei consulenti indipendenti, persone fisiche che, con adeguati requisiti di professionalità (i promotori finanziari li hanno) e sottoscrivendo una polizza assicurativa sui rischi professionali, possano prestare consulenza alla clientela, facendosi pagare dal cliente e non dalla istituzione Finanziaria, con cui, se ne sono promotori, dovranno cessare qualsiasi rapporto. La scelta è difficile; innanzitutto, facendosi pagare dai clienti, i ricavi sono soggetti a Iva, quindi, supponendo che il cliente non sopporti ulteriori costi, in costanza di clientela i ricavi diminuiscono. Poi vi è l'aspetto di cosa consigliare ai clienti. Siccome non si potranno prendere retrocessioni dalle società di gestione dei fondi, altrimenti cade l'indipendenza, il consulente finanziario sarà costretto a consigliare su titoli individuali. L'intento di piattaforme come quelle che offriamo (dalla prossima settimana, come annunciato nella nostra Newsletter, offriremo servizi di gestione e valorizzazione del proprio portafoglio e di fotografia sulle nostre proprie scelte) è proprio quello di consentire al cliente privato di valutare possibili scelte di investimento in modo più informato ed al consulente di mettere , con un buon lavoro di ricerca, la propria competenza a servizio delle scelte dei clienti. La scelta di passare da promotore a consulente è molto difficile anche perché troverà l'opposizione completa delle banche. Ma quei promotori che non vogliono essere meri venditori di un "catalogo" non possono che andare su questa strada. |