I meccanismi di trasmissione del credito non funzionano più ma quelli tra varie classi di investimento, delle volte le più impensabili, attraversano gli oceani a velocità della luce. L'oro aveva messo a segno una corsa del 15% in febbraio in anticipazione delle politiche ultrainflattive prima della Fed poi soprattutto del Giappone. L'avvertimento del Tesoro americano ai Giapponesi in merito al cambio ha smontato, almeno nel breve, gran parte delle speranze per una corsa dei mercati guidata dalla "grande" ripresa giapponese. Dati statunitensi oramai sotto le aspettative da settimane e crescita del Pil cinese sempre più verso parametri occidentali hanno fatto il resto. E' presto per dire se si tratti di una semplice correzione oppure della grande caduta delle borse che ipotizzavamo nei giorni scorsi. Il terrorismo di solito colpisce con precisione chirurgica, proprio nei momeni in cui i mercati sono più attaccabili. Nel frattempo la volatilità sul mercato statunitensi si è riportata in fine giornata ieri a livelli che non si vedevano da mesi.
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