In un mercato, quello dei cambi, storicamente guidato dagli analisti tecnici, non vi è più alcuna strategia di trading che dimostri validità prevalente. Basta guardare le analisi dei graficisti che sempre di più ospitano una serie di indicazioni di supporto e resistenza che prevedono possa succedere tutto e il suo contrario alla "violazione" di livelli che spesso sono pochi decimi di punto distanti tra loro. Le determinanti dei tassi di cambio sono oramai sempre più la sfrontatezza con cui i banchieri centrali promettono nuove misure di immissioni di moneta, l'ultimo crollo dello yen ne è testimone, e i tassi di Inflazione. In mercati fisiologici quando in un paese l'Inflazione aumenta di solito il cambio si indebolisce ma ora tassi di Inflazione in crescita sono considerati come inibitori a nuovi stimoli monetari: allora l'euro si è rivalutato in questi giorni perchè venerdì sono usciti tassi di Inflazione in crescita in Germania e Spagna, parliamo comunque dello 0,9%, mentre nessuno ha guardato il dato italiano, crollato allo 0,6% nonostante il periodo nataliziio si avvicini. Non crediamo giovedì la Bce sia già nella condizione di fare qualcosa ma un altro mese di questo cambio e i tassi di Inflazione torneranno a scendere: allora saranno probabilmente lo yen e a seguire il dollaro le divise a rivalutarsi di più contro euro.
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