Cerca:
File Icon Versione per stampa
Segnala un amico




Lavoro nel mondo
Lavoro in Italia
06-01-2012

Titoli di Stato, Dove Pensiamo Ci Siano i Minori Rischi

Come ipotizzavamo alla fine dello scorso anno sono iniziati tre mesi difficilissimi, per la forte concentrazione di aste di titoli del Tesoro Italiano e la evidente sovrapposizione del problema di sottopatrimonializzazione delle banche con quello del debito pubblico. Gli istituti di credito saranno chiamati a sottoscrivere quote sempre piu' ingenti del debito e sintanto che gli Spread non tornano a scendere, questo peggiorera' la qualita' del loro attivo, creando un circolo vizioso.
Ci viene spesso chiesto se e' possibile che anche in Italia si proceda a qualche forma di Consolidamento del debito pubblico, la visita a sorpresa di Monti a Bruxelles in questi giorni ha alimentato i sospetti. E'chiaro che a questi livelli di tassi il debito pubblico italiano diventa insostenibile: raggiungera' una soglia vicina al 140%  del Pil ta due anni, sommando montante e interessi, in assenza di interventi.
Ma c'e da sperare che prima di allora la BCE intervenga con un'operazione di acquisto illimitato di titoli, per un breve periodo, che faccia scendere i tassi mentre pero' si procede a liberalizzazioni e tagli dei costi di politica e amministrazione pubblica.
La soluzione di un intervento della banca centrale prevede un aumento dell'Inflazione, perche' viene stampata moneta. Se avessimo titoli di stato oggi, preferiremmo averne di indicizzati.
Ci sono tre titpi di titoli di stato con diverse indicizzazioni.
I CCT, indicizzati al tasso Bot a sei mesi, i CCTEU, indicizzati al tasso Euribor.html" class="glossary">Euribor a sei mesi, i BTPi, indicizzati all'Inflazione europea.
Dei tre quelli che hanno perso di piu' sono i secondi, perche' sono indicizzati ad un tasso, l'Euribor.html" class="glossary">Euribor, che sta per Euro Interbank Offered Rate.
In Italia assistiamo ad una anomalia accentuata dove questo tasso, quello a cui si prestano (o si prestavano) le banche in Europa e' molto piu' basso del rendimento dei titoli di stato. Per questa ragione i CCTEU hanno perso piu' del resto.
La nostra ipotesi e' che con la crisi del settore finanziario sara' probabile assistere ad una convergenza, verso l'alto, dei tassi Euribor.html" class="glossary">Euribor, cui in Italia sono parametrati i mutui (negli Stati Uniti sono legati invece al decennale del Tesoro, prima o poi succedera' anche qui), ad avvicinarsi al rendimento dei titoli di stato.
Allora riteniamo che oggi i minori rischi si corrano nella scadenze medio lunghe dei CCTEU.  Un CCTEU scadenza 15 Aprile 2018 quota sotto 77, e, se il Tesoro italiano riuscira' a dare nei prossimi mesi rassicurazioni agli investitori, potrebbe registrare forti apprezzamenti nei corsi.

Segnala un amico

Your email address *
Inserisci l'indirizzo email a cui vuoi segnalare *
 


Commenta (0 commenti)

Devi effettuare l'accesso per vedere i commenti

Altri articoli da questa sezione

16-01-2023
Il rischio vero non è l'inflazione ma la enorme mole del debito pubblico complessivo
11-11-2022
Vestas a più trenta per cento in qualche giorno, obbligazionario a più cinque per cento in una settimana
26-10-2022
Chiudiamo con un giorno di ritardo oggi la nostra promozione per i tre portafogli Italia, Europa e Stati Uniti
26-09-2022
Gli effetti della vittoria delle destre non sono stati traumatici, l'Italia ha bisogno dei miliardi del Pnrr
28-07-2022
Esagerato l'aumento dei tassi ma oramai è nei prezzi