Il giudizio di S&P sarà anche superato dai fatti, come esponenti del Tesoro si sono affrettati a dichiarare, ma sta di fatto che oggi, con Spread intorno ai 270 punti siamo a livelli di circa metà dei rendimenti di quando alla fine del 2011 si iniziò a parlare di operazioni LTRO, con un Rating molto peggiore. A questo livello di giudizio, se confermato dall'altra principale agenzia, l'Italia non può più reperire capitali da investitori istituzionali esteri che hanno dei limiti precisi sulla qualità dei titoli in cui possono investire. Oggi l'asta dei Bot, per 9,5 miliardi sarà più del solito un test di prova, anche se le banche tendono a rinnovare sistematicamente il loro portafoglio in titoli a breve con le liquidità prelevate dalle operazioni LTRO. Ma l'operazione è consistente, segno che il Tesoro non riesce, come invece vorrebbe, ad allungare le scadenze. Chi ancora, oltre a Saccomanni crede nella possibilità di ripresa per l'Italia entro il 2013, dovrebbe comunque confinare i propri parcheggi di liquidità in titoli a breve, ad esempio la parte di collocamento che stamane va sul Bot dicembre 2013. Non è certo quello che percepisce il mercato ma il Rischio di ristrutturazione del debito italiano non è mai stato così attuale.
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